domenica 22 febbraio 2015

Selma - La strada per la libertà

-Per conoscere un importante momento storico americano, mai raccontato;
-La bravura di David Oyelowo, Oprah Winfrey e Common;
-Per la colonna sonora, John Legend in primis;




Almeno per i primi due mesi, il 2015 sarà ricordato come l'anno dei film a tema biografici.

Dopo il film sul matematico Alan Turing, sulla pittrice Margaret Keane e sul fisico Stephen Hawking, tocca ora a Martin Luther King, Jr. con Selma - La strada per la libertà diretto da Ava DuVernay.

In realtà Selma NON è la biografia di Martin Luther King (David Oyelowo), ma di un momento ben preciso della sua lotta per il riconoscimento dei diritti in favore dei cittadini neri americani, la lotta a Selma, in Alambama, stato del sud governato da  George Wallace (Tim Roth) per il diritto al voto.


King, forte del premio Nobel e altri numerosi premi internazionali vinti, incontra il presidente degli Stati Uniti Lyndon Jonhson (Tom Wilkinson) per chiedere una legge per il voto ed eleggere i propri rappresentanti, ma non viene ascoltato.

Selma è un film potente sulla violenza razziale, con una colonna sonora emozionante, una regia magistrale e una serie di attori afroamericani inusuali, famosi e molto bravi: dal rapper Common alla presentatrice televisiva Oprah Winfrey (quest'ultima una vera sorpresa).



David Oyelowo è un attore incredibile, riesce a far uscire dalla figura di Martin Luther King tutte le esitazioni, l'incertezze dei grandi uomini del secolo scorso e la bravura politica-strategica del predicatore americano e del suo staff religioso e politico. Al tempo stesso viene sottolineata con enfasi le colpe della politica e la popolazione bianca, un j'accuse non banale alla storia degli Stati Uniti, una storia di anni di violenza e sopprusi verso i neri, anche dopo la legge sulla segregazione raziale.




Emozionante ed evocativo per il periodo storico razzista e violento, Selma è uno dei film candidato a due premi Oscar (miglior film e migliore canzone per Glory di Common e John Legend), quest'anno una sfida veramente dura e appassionante per la qualità dei film in gara.




MG

lunedì 2 febbraio 2015

John Wick


- Un film d'azione senza tante pretese che tiene col fiato sospeso
- Il ritorno di Keanu Reeves in splendida forma
- Adrenalina in pellicola: non basta?




Dopo troppe foto svilenti sui tabloid di gossip, Keanu Reeves torna in splendida forma sugli schermi cinematografici con un film d'azione tutto spari e capriole che ricorda un po' Matrix ma non ha niente di fantascientifico.
 

Con la regia di David Leitch e Chad Stahelski e un cast di attori che ricoprono i ruoli classici di una storia d'azione con bravura e drammaticità, il film racconta la vendetta di un uomo costretto a rispolverare il suo pericoloso passato a causa del "solito idiota che va a rompere le scatole al prossimo", peccato che questo "prossimo", durante quel passato, sia stato una vera macchina della morte.


Un mix di freddezza e azione, di razionalità senza sentimenti di "concentrazione pura, impegno totale e volontà ferrea", questo è John Wick, un assassino spietato, colui il quale mandi ad uccidere l'uomo nero e, a Keanu Reeves, questi panni cascano a pennello.
 



Solo un briciolo di fragilità e il ricordo dell'amore, gli fa montare la rabbia e la sete di vendetta per quell'azione stupida che gli toglie l'ultimo briciolo di speranza che ha di non rimanere solo.

Coprotagonista, causa della vendetta di Wick, è Iosef Tarasov, interpretato da Alfie Allen, ragazzo presuntuoso, figlio di  Viggo Tarasov, capo della mafia russa per il quale Wick ha lavorato prima di sotterrare le sue armi e cambiare totalmente vita.






Il contorno è un mondo omertoso e corrotto dove tutti sanno e nessuno parla, puoi sparare, uccidere, tornare sanguinante in albergo con un buco allo stomaco e tutto è normale.

L'ennesimo inseguimento, l'ennesima sfida, quella finale, quella che dovrebbe portare alla conclusione di tutto, finisce come un romantico addio che stona un po' su tutto il film ma gli permette di tornare alla vita da uomo normale.


marel