mercoledì 11 novembre 2015

Woman in Gold

  • Per una conoscenza in più sull'Arte
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Chi non conosce l'Adele d'oro del famoso Gustav Klimt (1907) non sa che la modella committente del quadro è Adele Bloch-Bauer I, zia acquisita del personaggio principale di questo film: Maria Altman, interpretata da Helen Mirren, è stata una dei tanti fortunati sopravvissuti all'olocausto.
Opera meravigliosa, il quadro, ostenta tutte le caratteristiche dell'Art Nouveau (Jugendstil in Germania, Secessione in Austria) con l'utilizzo di nuovi materiali, nuove tecniche, figure astratte e linee morbide che richiamano gli elementi della natura.

Nei primi anni di questo secolo, il governo austriaco, forse per sdebitarsi del danno compiuto dai nazisti, promulgò una legge attraverso la quale potevano essere recuperate, ormai dagli eredi, le opere che i nazisti avevano trafugato nelle case degli ebrei e, dopo la morte della sorella, Maria Altman che era fuggita in America prima della guerra, venne a conoscenza del fatto che la sorella stava provando ad avere indietro proprio le opere che kilt aveva dipinto per la zia e che quest'ultima aveva lasciato in eredità alle nipoti.

L'adele d'oro, dopo la seconda guerra mondiale, divenne il simbolo di Vienna e per nessuna ragione al mondo se ne sarebbero separati ma la determinazione della Altman e la bravura dell'avvocato che si è occupato del caso (Altman contro lo stato austriaco) hanno fatto si che l'Austria cedesse, restituendo tutto alla legittima proprietaria.


Woman in Gold, film di Simon Curtis, racconta la vita di questa donna e la lotta contro il governo austriaco per avere giustizia; la racconta come fosse una storiella insignificante dando l'impressione di aver dimenticato delle parti, invece di dare peso all'intensità della storia e alla forza della giustizia finale. Una donna sola e anziana, che vive dall'altra parte del mondo, contro uno stato intero, lei e il suo avvocato, Randol Schoenberg (interpretato da Ryan Reynolds), anche lui di origini austriache, che lottano per una giustizia che va oltre l'opera d'arte.

Sono quasi più belli i flash back della sua giovinezza nell'Austria dei primi anni '40 che la parte di storia contemporanea. Poteva essere un film potente, forse più sentimentale o, al contrario più razionale e impersonale ma il risultato, invece, è debole.
marel

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